Progetto LINK – LINKING INFORMATION FOR ADAPTIVE AND ACCESSIBLE CHILD-FRIENDLY COURTS – GIUSTIZIA ACCESSIBILE E INCLUSIVA PER LE VITTIME MINORENNI E CON DISABILITÀ

Progetto LINK – LINKING INFORMATION FOR ADAPTIVE AND ACCESSIBLE CHILD-FRIENDLY COURTS – GIUSTIZIA ACCESSIBILE E INCLUSIVA PER LE VITTIME MINORENNI E CON DISABILITÀ

Premessa 

La partecipazione attiva ed efficace al processo penale delle vittime minorenni con disabilità intellettive e/o psicosociali è ostacolata da impedimenti di varia natura: barriere fisiche riscontrabili negli edifici giudiziari; barriere comunicative; carenza di misure di protezione adeguate. Ciò è dovuto, soprattutto, a tre fattori determinanti: architetture inaccessibili; lacune normative; limitata formazione dei professionisti della giustizia penale. 

Descrizione del Progetto

Il Progetto mira a garantire alle vittime di reato minorenni e con disabilità intellettive e/o psicosociali un più efficiente e tempestivo accesso al sistema giudiziario, promuovendo un processo decisionale adeguato all’età, al genere e alla disabilità. 

I principali obiettivi del Progetto sono:

  • Assicurare, attraverso il potenziamento della formazione dei professionisti della giustizia penale, la non discriminazione delle vittime minorenni e con disabilità intellettive e/o psicosociali;
  • Sviluppare e ottimizzare l’integrazione dei sistemi di protezione dei minori nei procedimenti penali. 

In vista di tali obiettivi, verranno svolte le seguenti attività: 

  • Mappatura, in sei Stati dell’Unione Europea (Italia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Lituania, Portogallo e Slovenia) dei bisogni informativi dei bambini con disabilità, utilizzando metodi partecipativi e di ricerca sul campo: ciò include, in particolare, l’analisi approfondita dei processi di informazione, sostegno e protezione predisposti, nell’ambito del sistema di giustizia penale, a favore delle vittime di reato minorenni, individuandone i relativi requisiti di accessibilità e vagliandone il grado di efficienza.

A tal fine, in Italia è stata già avviata un’attività di ricerca che consiste sia nell’analisi documentale (con un focus soprattutto sullo studio della normativa internazionale, EU e nazionale), che nella raccolta e analisi di dati qualitativi tramite interviste svolte ai professionisti della giustizia penale (nello specifico, avvocati e magistrati), delle associazioni e dei servizi sociali minorili (psicologi e psicoterapeuti). In questo modo, sono state acquisite informazioni rilevanti, oltre che sul quadro giuridico di riferimento, anche sui sistemi tecnologici impiegati nella giustizia civile e penale, nonché sulle pratiche osservate dai vari operatori coinvolti (professionisti della giustizia, associazioni e servizi di supporto) per facilitare la partecipazione delle vittime ai procedimenti penali.

  • Ideazione di un Progetto (Proof of Concept) di un sistema tecnologico assistivo, basato sull’attuale sistema di archiviazione e gestione dei casi giudiziari, ma adeguato all’età e alla disabilità, al fine di consentire alle vittime minorenni con disabilità intellettive e/o psicosociali e agli utenti di CAA (Comunicazione Aumentativa ed Alternativa) una maggiore e consapevole partecipazione ai procedimenti penali. 
  • Sviluppo di attività volte a garantire un’idonea formazione dei professionisti della giustizia e l’individuazione di soluzioni processuali adeguate all’età e al genere delle vittime minorenni e con disabilità intellettive e/o psicosociali e degli utenti di CAA. 
  • Organizzazione di comitati consultivi nazionali per l’infanzia, tavole rotonde nazionali e conferenze internazionali per la diffusione dei risultati dell’attività di ricerca svolta, al fine di favorire un ampio coinvolgimento della società civile, dei professionisti della giustizia penale e dei bambini con disabilità.

Primi Risultati della Ricerca Link in Italia

L’attività di ricerca svolta finora ha condotto a interessanti risultati. Il sistema normativo italiano e le prassi in uso tra i professionisti coinvolti (sistema giudiziario, avvocatura, associazioni, servizi di supporto), pur mirando a garantire elevati livelli di tutela a favore delle vittime di reato che versano in condizioni di particolare vulnerabilità (donne, bambini e persone con disabilità), presentano alcune lacune: 

  • Nel sistema processuale non esiste un concetto specifico che esprima le potenziali disabilità dei bambini, venendo utilizzata la nozione ampia ed onnicomprensiva di “vittima in condizioni di particolare vulnerabilità”.
  • La valutazione della vulnerabilità è affidata alla discrezionalità degli operatori che, a vario titolo, interagiscono con la vittima (giudici, pubblici ministeri e polizia giudiziaria) e non vi è una norma che disciplina analiticamente le linee guida da seguire per stimare la vulnerabilità della persona offesa dal reato. Di regola, questa valutazione viene attuata con l’ausilio di un esperto in psicologia o psichiatria e, una volta identificata tale condizione, la vittima ha diritto ad accedere a varie misure di sostegno e protezione (si pensi, ad esempio, al sostegno emotivo e psicologico che viene assicurato in qualsiasi fase del procedimento penale).
  • Il sistema legislativo contempla numerosi accomodamenti procedurali finalizzati a supportare la partecipazione al procedimento penale della vittima particolarmente vulnerabile: è possibile, ad esempio, ascoltare il testimone minorenne in luoghi diversi dagli edifici giudiziari e anche presso la sua abitazione.
  • La normativa penale italiana non consente al minore di quattordici anni di presentare autonomamente una denuncia; tale diritto può essere esercitato solo dal rappresentate legale (ad esempio, il genitore o il tutore).
  • Non sono disciplinate specifiche modalità attraverso le quali fornire le informazioni processuali alle vittime di reato minorenni e con disabilità intellettive e/o psicosociali.
  • La formazione dei professionisti della giustizia penale potrebbe non essere adeguata: in particolare, gli avvocati sono sottoposti ad un generico obbligo di “formazione continua” e possono liberamente scegliere in quale area disciplinare formarsi, senza che vi sia una necessaria corrispondenza con l’ambito nel quale viene solitamente esercitata l’attività professionale. 
  • Non sono a disposizione delle vittime minorenni e con disabilità, strumenti informativi accessibili (ad es. website specifici) per la diffusione di informazioni su norme e procedure da seguire per denunciare un reato e su eventuali servizi di supporto. 

Durata del Progetto 

Il Progetto ha una durata di due anni (1° giugno 2023 – 31 maggio 2025).Stati Membri Coinvolti

Il Progetto coinvolge sei Stati dell’Unione Europea: Bulgaria, Repubblica Ceca, Lituania, Portogallo, Slovenia e Italia. Quadro giuridico di riferimento

Gli obiettivi e le attività del Progetto di basano sugli standard internazionali, comunitari e nazionali in materia di accesso alla giustizia, diritti delle persone con disabilità e diritti dei bambini. Ulteriori informazioni sul quadro giuridico di riferimento possono essere ottenute tramite la consultazione dei seguenti testi normativi: 

  • Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità. In particolare:
    • Commento Generale n. 1 – Articolo 12: Uguale riconoscimento dinanzi alla legge; 
    • Commento Generale n. 2 – Articolo 9: Accessibilità; 
    • Commento Generale n. 6 sull’uguaglianza e la non discriminazione.
  • Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo. In particolare:
    • Commento Generale n. 12 sul diritto del bambino ad essere ascoltato. 
  • Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.
  • Direttiva 2012/29/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato.
  • Direttiva 2011/93/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile.
  • Decreto legislativo 15 dicembre 2015, n. 212 che attua la direttiva 2012/29/UE.
  • Decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 39 che attua la direttiva 2011/93/UE.
  • Decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150 (Attuazione della legge 27 settembre 2021, n. 134, recante delega al Governo per l’efficienza del processo penale, nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari). 
  • Legge 19 luglio 2019, n. 69, che introduce modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. 
  • Legge 24 novembre 2023, n. 168 recante disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica

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